domenica 30 marzo 2008

Remain in memory: The final Show - Good Riddance


Si sono sciolti l'anno scorso, è stato uno di quei (pochi) gruppi che "sentivo" dentro; gli ho visti ahimè solo una volta dal vivo ma ogni volta che penso a quei momenti sotto il palco, giuro, ho la pelle d'oca.
Non so se vi è mai capito di vedere un gruppo e cantare tutte, ma proprio tutte le canzoni, fino a quando non hai più voce... poi, quando fanno quei due o tre pezzi che ti stanno a cuore in modo particolare, ti torna magicamente la voce, ricominci a cantare e corri ancora più sotto al palco, puntando dritto il dito al cielo e spingendo i poveri malcapitati che hai davanti, fino a quando sei sicuro di non poter entrare nella canzone più dentro di quanto tu lo sia già, quasi col nodo alla gola.
A me è capitato con i Good Riddance.
Questo cd è una raccolta di brani live, 30 pezzi più un intro, registrati mi pare all'ultimo concerto che hanno fatto a Santa Cruz, California.
Il sound del disco direi che è pulito ma non troppo, come deve essere un disco live, il pubblico si sente; si spazia da brani di For God and Country fino a qualche brano di My Republic.
Mi piace ricordarli così i Good Riddance, niente di tecnico, niente di incredibile, ma tanta tanta musica che irrompe nelle orecchie per rimanere nel cuore.

Respect.

Ahn, le canzoni che cantavo col dito al cielo?
Salt, United Cigar, Fertile fields, One for the braves, Steps, Shit-talking Capitalists, Pisces/Almost home e ovviamente Mother Superior.


NIN

visto che si parlava di uscite dei dischi non più "materiali", ma in formato telematico, è da valutare ed osservare l'idea di Trent Reznor con i suoi Nine Inch Nail: pubblicato un lavoro strumentale scaricabile gratuitamente da internet "Ghosts 1-36". ma ancora più da apprezzare è il lavoro di artwork legato a questa opera.... in pratica un mega book di 36 pagine (una per song), anch'esso scaricabile dal sito

http://ghosts.nin.com/main/pdf

in pratica, inserendo la propria mail si riceve un collegamento e tramite questo si scarica l'opera d'arte, perchè di opera d'arte si tratta....


stay tuned

sabato 29 marzo 2008

Reason To Believe - Pennywise


E' uscito il 25 Marzo il nuovo album dei Pennywise, si chiama Reason to Believe.
Dal lato musicale non ho molto da dire, hanno il loro stile, lo hanno sempre avuto; qualcuno li aveva definiti i "bad religion col pepe nel culo" definizione che mi trova d'accordo.
Era anni che non li ascoltavo, questo album è un pò più morbido dei vecchi lavori prodotti per parti vocali e linee melodiche, si sente comunque un timbro di chitarra decisamente più metalloso delle produzioni precedenti. La canzone che mi ha colpito di più ad un primo ascolto è "One reason" traccia numero due, potente l'incipit di "The western world" , un richiamo alle vecchie canzoni nella bonus song "Just one more day".
La storiaccia secondo me è questa però: hanno firmato per la MySpaceRecords non so se sono i primi ma è comunque una cosa particolare in quanto il loro album è completamente scaricabile se diventi loro "amico" sul MySpace. In ogni caso è completamente ascoltabile online sulla loro pagina Myspace.
Che sia la nascita di una nuova concezione di "etichetta"? Forse si, fattostà che ne hanno parlato addirittura su La Stampa. e anche Cristina Tagliabue.

Ascolta l'album.



venerdì 21 marzo 2008

Annullato il Volcom Tour!


Si stava giusto per scrivere due righe sul volcom tour, anzi, più precisamente sui Turbonegro, in vista del concerto della prossima settimana... ma a quanto pare non potranno suonare, euroboy ha problemi di salute e quindi... annullato il volcom tour.

Va be, ci consoleremo con delle chitarre acustiche.





P.s. :Vi ricordo che Andrea è bello.

martedì 18 marzo 2008

Proposte per il week end

venerdi: Chimaira
sabato: Dillinger Escape Plan and Poison the Well
.....







giovedì 13 marzo 2008

Gomorra

Premetto che non mi considero un lettore modello. O forse non mi considero semplicemente un lettore. Non sono un divoratore di libri, un quattrocchi (nonostante gli occhiali) immerso nelle prefazioni e nei riferimenti bibliografici; preferisco a volte la trasposizione cinematografica, più assimilabile e spettacolare, rispetto all’originale cartacea, riposta magari in qualche angolo di anguste biblioteche, habitat preferito di studenti misantropi. La pigrizia mi allontana dalle realtà che però solo sui libri riescono a far trasparire l’emozione dell’autore in questione, che sul suo racconto trascrive sensazioni personali e recondite, che fanno sembrare la storia un diario personale, di quelli rinchiusi a chiave nel cassetto del comodino, e venuto alla luce chissà per quale motivo.

Il libro in questione si chiama Gomorra. Un titolo forte, che rievoca l’antica città di biblica memoria. Città del peccato, dell’eccesso, che si addice a meraviglia al contesto descritto.
L’autore è Roberto Saviano, giovane giornalista che collabora in testate come “L’Espresso” e “La Repubblica”. Curriculum di tutto rispetto. L’ambiente in cui il tutto si sviluppa è Napoli, città associata a Gomorra, in cui il Signore dell’antico testamento, spietato e vendicativo, ha fatto piovere dal cielo zolfo e fuoco, riducendola in un deserto arido e inospitale. Città il cui destino è controllato da un impero che fa della violenza la propria forza, della paura un obbligato assenso, dell’omertà una difesa invalicabile e dei morti e della sofferenza una facile dimostrazione di supremazia. Questo impero è definito più e più volte un ‘Sistema’. Questo impero è la CAMORRA. L’autore, nato nella Napoli di fine anni 80, è allo stesso tempo cronista staccato e vittima designata. Descrive il susseguirsi di eventi, di stragi, di faide assassine, di completa assenza di legalità, come si scrive la lista della spesa. Un elenco infinito e macabro, sempre accompagnato da sensazioni personali,da citazioni, da intercettazioni telefoniche, che hanno un’efficacia probatoria che danno a questo elenco la prova di esistere, la prova che tutto ciò che egli racconta è tangibile e non si discosta da scene cinematografiche inventate, come si vedono ne ‘I Soprano’ o nei vari film che hanno reso le associazioni mafiose di pubblico dominio.

I nomi inseriti in questo libro sono tutti veri. Gennarino McKay, Sandokan Schiavone, Ciruzzo O’Milionario sono tutte persone che hanno una storia vissuta, che si sono macchiati di sangue e lacrime. Immaginate un racconto che ha come protagonisti Vito Corleone, Tony Soprano, Carlito Brigante. Trasportiamoli da New York, dal New Jersey, da Miami in cunicoli di vie che circondano Napoli; a fare la spesa a Scampia, passeggiare per Casal di Principe, portare il loro figlio a Secondigliano. Adattiamo i loro visi, le loro abitudini, i loro modi di dire a soggetti che potremmo incontrare al supermercato, in posta, in qualsiasi luogo. Perché quello che il libro riesce a trasmettere è l’assoluta normalità degli avvenimenti. Uccidere, rubare, ricattare. Sembra che tutto sia assolutamente lecito, o addirittura obbligato. Questa narrazione fa sembrare le scene viste nei film, non scene di fantasia, ma scene che la strada ha ispirato al regista di turno.

L’eccesso cinematografico e la spettacolarità degli effetti speciali non hanno più senso.

Tutto sotto la luce del sole. È tutto vero.

Il libro spazia i vari argomenti propri del ‘Sistema’; le merci, che hanno nel porto di Napoli il punto di partenza, per poi finire in fabbriche in cui la parola legalità ha perso ogni significato. Lavoratori a cui è stata tolta l’assistenza medica, il godimento del periodo di ferie, la semplice busta paga. La Costituzione non è altro che un foglio di carta igienica di un autogrill, la dignità è schiacciata dall’importanza del profitto ad ogni costo. E la fame e la povertà fattori insensibili ai soprusi. E poi la droga, fonte inesauribile di ricchezza, che rende adolescenti pusher uomini d’affari di decennale esperienza, e tossici esseri monocellulari destinati a scomparire nel nulla. L’industria del cemento, appalti vinti col sangue, foreste di immobili che si innalzano tanto da far scomparire il sole. Faide, pallottole, kalashnikov. Lotte tra boss, tra famiglie, tra amici. Non esistono i sentimenti. Un nemico deve morire. Non importa il suo ruolo, principale o marginale che sia. L’unica cosa che importa è l’imposizione del clan, l’egemonia. Nessuno è innocente. Tutti sono sacrificabili. Il valore della vita non è niente in confronto a quello della banconota. E’ facile leggere di boss padroni di veri e propri imperi secondari, costole del sistema. Distese di appartamenti, ville, negozi, che vanno dalla terra degli yankee alla fredda Ucraina. Sono rimasto sbalordito dall’ammontare di liquidità sequestrata in questi anni dall’Anfimafia. Miliardi di euro. Ma la cosa che Saviano fa capire è il modo in cui tutto questo viene assimilato dai boss. Il modo è sempre lo stesso. Il sangue. L’autore riesce a trasmettere al lettore la sensazione di essere presente, quasi protagonista del fatto raccontato. Sembra di essere lì con lui. Mentre corre sulla sua vespa a visitare il luogo di un massacro, mentre intervista la madre disperata di una figlia accidentalmente coinvolta in una sparatoria che non tornerà mai più,mentre partecipa al funerale di un boss, mentre riflette nella sua testa che tutto ciò non ha senso, che tutto ciò succede a pochi chilometri da dove e nato, all’interno di questa Italia, di cui anche io faccio parte. Saviano ha aperto gli occhi. Ha raccontato i fatti superando la paura, l’indifferenza e il suo successo è meritato. Consiglio a tutti questo libro. Non parla solo di carnefici, ma anche di eroi. Eroi che a loro spese hanno cercato una via di fuga, hanno cercato di sostituire il Signore contro Gomorra. Ed è da queste persone, come Don Diana, sacerdote ucciso dalla camorra e i più famosi Falcone e Borsellino e da tanti altri che noi dobbiamo partire.

Sarebbe bello sognare un paese in cui è la legalità la cosa più importante, in cui la giustizia ha un processo veloce e sta dalla parte dei più deboli. Perché anche se Napoli è lontana dalla bassa veronese in cui vivo, leggendo questo libro capisco che la camorra è presente, con il suo alito di rifiuti tossici e scheletri che riposano nel fondo di un fiume.

Complimenti all’autore. Leggete e capirete.

Solitariamente


CHI : i giochi di windows
DOVE : sul mio computer
QUANDO : dieci minuti fa

Ho dovuto cancellarli. Rimuoverli all'istallazione di windows per poter riprendermi delle mie ore buttate al vento a fissare set di 256 colori alla volta che mi sfrecciano davanti alla faccia, senza rispetto per le mie emozioni e per quello che sento. Provate ad accendere il vostro pc. Mettetevi concentrati con di fronte a voi uno di quei malefici giochi passatempo che il signor Gates ha progettato per voi. Sono una sorta di dedita implacabile macchina portatrice di lobotomia. Ti privano della concezione del tempo, ti derubano della tua libertà, perché raggiungere il nuovo record e modificare di secondi il tempo stabilito dieci minuti prima diventa la vostra principale ed unica attività. Ti ipnotizzano cazzo. Ti rendono schiavo del mouse e del monitor. E mentre il video di irradia di radiazioni e il mouse di rende la mano sempre più concava, il tuo cervello parte e ragiona su quello che ti ha portato ad iniziare quel passatempo. Perché uno che gioca ai solitari di windows qualche ronzio per il cervello deve averlo. Uno si pone di fronte a tali diabolici funghi allucinogeni quando vuole raggiungere quello stato di deriva finale che lo culla nel nulla cosmico. In pratica, è la bandierina dello start alla corsa delle seghe mentali. Hai litigato con la ragazza? Il tuo capo ti stressa i maroni? Hai di fronte a te un pomeriggio vuoto e vacuo? Bene, fatti un 10 minuti al campo minato. Ti risveglierai dopo circa due ore perso nella depressione più cronica, perché mentre i tuoi occhi fremevano in cerca di mine e il tuo dito medio destro segnava dove il casco blu di turno deve andare a sminare, il tuo cervello di affloscia e ripensa a tutto quello che ti è successo, togliendo ora della fine ogni possibile piega positiva ai discorsi, portandoti inevitabilmente al nero. Mancano cinque mine alla fine della partita, tempo buono, aumentare la velocità. Quella stronza ti sta prendendo per il culo, lo sai, ma non vuoi ammetterlo, ti ostini a trovare delle scuse, per lei, e delle giustificazioni, per la tua coscienza. Mancano ora quattro mine da trovare. No, no, lei non lo fa con cattiveria, è solo che probabilmente io tendo ad enfatizzare troppo le situazioni. Meno tre mine. Stasera la chiamo e risolvo tutto, come sempre. Basta parlarne, no? E se non servisse? Non ci voglio pensare. Due mine. Forse sono io ad aver sbagliato qualcosa, lei è troppo perfetta per me, devo sicuramente aver sbagliato io. Sono un rompicoglioni e con l'età peggioro, rimedierà mai? Una mina. Si, ce la posso fare. Explosion! Ho sbagliato l'ultimo sminamento. Depressione cupa, nave alla deriva.

P.S. dopo neanche cinque minuti dalla fine di queste righe, il mio subconscio ha cercato fra la cartella programmi di windows l'icona del campo minato. Ma l'avevo cancellata. E allora ho sorriso di nuovo.

mercoledì 12 marzo 2008

Quasi faccio un colpo.

Rage Against The Machine
14/06 21:30 Modena - Stadio Braglia

-edit-
news sui biglietti(da www.ticketone.com):
12/03 - 09:00
Rage Against The Machine - Apertura vendite - Modena
E' stata avviata on line sul sito TicketOne.it e tramite call center la prevendita dei biglietti il concerto in programma a Modena, Stadio Braglia, il 14 giugno. Alle ore 15 la prevendita sarà avviata anche presso i Punti Vendita TicketOne.

martedì 11 marzo 2008

Hurts

Chi conosce i Radio Riot Right Now? beh sono un gruppo Vicentino, fanno hardcore, di quello più moderno. Sono usciti da poco con un bel dischetto. Dischetto che ho ascoltato una marea di volte, senza stancarmi mai: è fighissimo. Suona molto bene, chitarroni da paura e batteria sporca, proprio come piace a me. Canzoncine tutte validissime. Un bel 10. Il disco è in download gratis dal loro sito, e sul maledetto myspace ci sono i testi e i titoli, quindi...
radioriotrightnow.com
myspace.com/radioriotrightnow
Obbligatorio scaricare.
DOWNLOAD IT!

domenica 9 marzo 2008

Studentessi.


Credo che chi considera Elio e le storie tese solamente un "gruppo che fa ridere", abbia colto forse il 10% della genialità di questi pazze menti.
Mi sono appena finito di ascoltare "Studentessi" e vi giuro ad un certo punto non sapevo più se prestare attenzione ai testi che mi fanno scoppiare, ai giri di basso pazzeschi che Faso piazza qua e là, alla ritmica tutt'altro che banale, ad un numero non indifferente di ospiti che prestano la voce (I. Grandi, Giorgia, Bisio...) o agli oramai tipici sketch (vedi il mitico Crozza che ritorna a parlare della problematica dei sassi della Toscana lanciata in Cicciput), davvero non so dove concentrare la mia attenzione.
Mangoni risponde a Fabri Fibra nel pezzo "La risposta dell'architetto".
In "Suicidio a Sorpresa" Elio ci spiega, duettando con la Cortellesi, come ascoltando un pezzo black o death metal al contrario ne esca un messaggio positivo e tenero; la canzone inizia dicendo: "Gli adramelech, i Necrophobic e i Sadist Intent. Bravi però sono un pò troppo commerciali per me. Meglio gli Absurd che insieme ai Death e ai Profanatica, non fan rimpiangere i Tartaros, i Massacre, i Dismember, gli Entombed, i Pestilence e i Rigor Mortis".
Non sto qua a citare altri episodi particolari dell'album, ce ne sono a tonnellate di perle.
Non rende per niente stare qui a spiegare tutte le gag che ci sono, mi sa che me lo sparo di nuovo, appena finito di mangiare le patate arrosto che mi ha preparato la mamma. Vado sennò si raffreddano. PS: Anche il sito spacca.

parlando di londra

CHI : un poliziotto
DOVE : School Of Pathology, Oxford, Inghilterra
QUANDO : 1941


1941, School Of Pathology of Oxford, Inghilterra. Una piccola quantità di penicillina, antibiotico della prima ora, venne iniettata in via sperimentale su un poliziotto affetto da setticemia da stafilococchi e streptococchi, presentante ascessi multipli e osteomielite suppurativa. Il suo stato, e si capisce anche dai paroloni, era grave alquanto e gli provocava molta sofferenza. La penicillina allora era stata scoperta da pochissimi mesi e per la prima volta la si provava su di un essere umano, con la dovuta paura, ma tanto non c'era niente da perdere, e molta dedizione, anche perché la si ricavava unicamente a costo di enormi sacrifici dai terreni di coltura batterici. La sintesi ancora non era minimamente iniziata. Si iniettarono pertanto su questo poliziotto, per mezzo di iniezioni endovenose, penicillina ogni 3 ore. Venivano raccolte tutte le urine del paziente, dalle quali ogni giorno la penicillina escreta veniva estratta, per essere riutilizzata. Dopo soli cinque giorni il paziente non era più affetto da febbre e, preso da uno stato di malattia meno grave, chiese pure da mangiare. Ma quando si dovette interrompere la somministrazione endovenosa di penicillina, per esaurimento delle scorte di farmaco, il paziente si aggravò ulteriormente e dopo circa un mese passato ad ostiare, morì. Chissà come si sentiva il poliziotto allora. Non fisicamente, quello lo posso immaginare, ma a livello emotivo dico. Cosa pensava mentre gli iniettavano otto volte al giorno un prodotto batterico dicendogli che era il primo, sapendo che i medici lo guardavano tutti con gli occhi di chi guarda se le cavie vivono o muoiono dopo l'iniezione di un nuovo preparato. E chissà se avrà pensato alla divisa in quell'istante, un funzionario statale costretto a riutilizzare i prodotti di scarto del suo corpo, obbligato a riassumere delle sostanze eliminate con le urine. E poi morire, perché non riusciva a pisciare più quelle cose che lo facevano stare meglio e gli ammazzavano i cattivi che lo stavano divorando da dentro. Morire per quello che ora è visto come una formalità. Sono passati 60 anni e la tecnologia medica ha fatto passi da gigante. Con le penicilline. Nel frattempo molte sono risultate inutilizzabili perché anche i batteri vogliono vivere e quindi come noi usiamo qualcosa contro di loro, essi usano qualcos'altro contro di noi. Ammiro quell'uomo, anzi, mi fa pena, ma penso a lui come una sorta di eroe, quasi come un predestinato. Come il primo uomo scendere sotto 150 metri d'acqua senza respiratore, il primo a scalare l'Everest, come il primo calciatore capace di fare 5 gol in un'unica partita. Ve li ricordate voi i nomi? Io no. Sono immagini di uomini, figure mitologiche ma senza nome. Era il 1941. Eravamo alla School of Pathology of Oxford, Inghilterra. Del poliziotto non ricordo francamente di aver letto il nome.

sabato 8 marzo 2008

Swingin london

Si lavora anche il sabato mattina, eh si.. maledetto nord'est(citazione colta)..
Per fortuna il sabato c'è un po' di tranquillità e tra un progetto e l'altro, tra una telefona e l'altra, mi posso anche sollazzare con un po' di musica. Ma ci vuole qualcosa un po' adatto all'ambiente, non troppo violento, e non troppo tranquillo; vediamo che c'è sull'mp3. Mmmh... The Who.Ficoooo.."The ultimate collection", i migliori pezzi, i migliori who: quelli che hanno fatto la storia, che hanno influenzato vecchi e nuovi mostri sacri del rock'n'roll, quelli che 30 anni fà facevano sfacelli sui palchi di tutto il mondo, quelli della swingin london, dei mod, di quadrophenia.. e quelli che senti almeno su un episodio, di ogni serie, prodotta dalla fox.
Questa è la classica band che dovrebbero fati conoscere a scuola, alle elementari, come l'abc e le tabelline. Ascoltando pezzi come "Behind Blue Eyes", "I can't Explain", "My Generation", capisci da dove arriva il garage/punk, e tutto il brit-pop anni 90, capisci perché Keith Moon è considerato tutt'oggi uno dei batteristi più innovativi di tutti i tempi, capisci che questi si che facevano musica coi contro cazzi, e poi capisci anche di aver sbagliato disco, se è sabato mattina e stai lavorando...

m.p.rules

Incredibile. Partono tre ceffi loschi, oscuri, basso distorto e profondo, batteria accennata, sax che si ode appena. parte il 4 e inizia il macello. alla fine del primo pezzo, lunga intro ruvida e sgraziata, entra Lui. colui che ha scritto le regole ma che non le rispetta, colui che ha deciso di dominare tutto per poi lasciare nel punto più alto della scalata e iniziare mille processi produttivi a parte solo per il gusto di poter dire "faccio quello che voglio". facendolo bene. 1 ora e mezza di delerio sonoro, con strumentisti al limite dell'umano e una voce (strumento, visto che Lui non ha detto una parola) che ti fa partire di testa, ti fa sognare. coinvolgenti come un'onda , anzi come le sabbie mobili, che ti intrappolano e non ti mollano più, finchè non sei loro........

Zu

Mike Patton

interzona, 7 marzo 2008

gli dei sfiorano gli uomini
e gli uomini rispondono

venerdì 7 marzo 2008

Poche ore mi attendono

Fra poche ore avrò l'onore di vedere, finalmente, dal vivo Mike Patton..... miiiiiiiiiiiii..... domani vi racconterò come è andata. Per adesso ascoltatevi Cuckoo For Caca e riflettete a quanto bene ha fatto questo uomo alla musica.

Pelle d'oca

Cos'è sta roba?

Questo è un blog che parla di musica e tutto quello che riguarda la musica. Trattandola per quello che è: una passine, non un lavoro. CI scriveremo quello che ci piace e lo faremo come piace a noi. Stop. Tratteremo dischi, contecrti, concertini, eventi, foto, ma anche impressioni, discussioni, processioni varie.. o più semplicemente proveremo a riportare quelle quattro chiacchere che facciamo, quando parliamo di questo o quel disco, questo o quel concerto, questo o quel gruppo. Lo si fa senza pretese; non siamo mica professionisti.. noi.