Un intro arpeggiato di chitarra apre il cd ( già questo è qualcosa di strano per i Lamb of God) che si trasforma pochi secondi dopo con chitarre distorte fino ad arrivare a In your words e poi tutte le altre canzoni...In tutto questo cd ho notato che la voce di Randy si cimenta in tecniche diverse di canto, più varia rispetto agli album precedenti dove era più o meno stabile sul suo growl profondo; qui invece ci sono anche tratti gridati e tratti cantati, come nel ritornello di Set to fail.
Le chitarre e la stessa composizione delle canzoni è più diretta e lineare, meno riff tecnici, meno controtempi, tutto più grezzo e diretto ed è questa la peculiarità dell'album ma, allo stesso tempo, è la cosa che forse non mi convince più di tanto: la foresta di riff intricati e di batteria in esecuzioni ragionatissime in questo album non riesco a vederla più di tanto e, chiedo, non era forse questa una delle peculiarità che caratterizzava questa band?
La cattiveria di sicuro non manca, basta ascoltare Contractor o Everything to nothing; non manca nemmeno qualche parte più melodica, si veda Grace (introdotta anch'essa da un bel pezzo di chiatarra pulitissima), poi Dead seeds ha un bel riffing ma richiama, almeno inizialmente, Redneck e mi verrebbe da dire che quella canzone, singolo dell'album precedente, un pò anticipava e racchiudeva in se molte delle caratteristiche di più brani presenti in questo ultimo Wrath.
Un finale con chitarra arpeggiata chiude l'album e a questo punto penso: "Mi sa che il pure american metal si è fatto una crociera sul Baltico ultimamente...".
Un buon album, potente, dritto ma anche molto meno "pensato" e rifinito per un gruppo peculiarmente tecnico come i Lamb of God; ascoltandolo di più magari in futuro mi prenderà maggiormente per ora mi sa di caffè decaffeinato.
sabato 21 febbraio 2009
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2 commenti:
oh non vedo l'ora de sentirlo sto album pieno de peculiarità...
huauhauuahaaha
no è proprio il contrario
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