Ma che cavolo avranno in Svezia? Un attitudine più portata alla musica? Creatività? I mezzi (money) e le strutture per partorire roba di qualità? Probabilmente un po’ di tutto questo…fattostà che anche sto album dei Raised Fist spacca a stecca.
La prima traccia di questo Veil of ignorance, Friends and Traitors, ha un giro potente e ritmato ed un ritornello il cui cantato, orecchiabile, parla della loro attitudine come band e invita la gente a guardarsi dagli stronzi che sono sempre dietro l’angolo, ne hanno fatto anche un video; passando dalla seconda canzone They can’t keep us down molto immediata e veloce si arriva a Wounds, canzone melodica, dove delle chitarre distorte appena appena accompagnano la voce in un incipit che forse, le prime volte, farà un po’ storgere il naso ma che poi diventa accettabile anche in vista di una chiusura di canzone piuttosto pesante. Afraid è sicuramente una delle mie canzoni preferite, ritmo hc in levare serratissimo fino a 1:20 per chiudere con quello che dal vivo credo sarà un macello sotto il palco, ascoltare per credere; sulla stessa linea, per via di aggressività, la stupenda Never Negotiate che, assieme alla riflessiva Words and phrases fanno capire che quello che stai ascoltando non viene dagli USA. Ed è proprio in episodi come quest’ultima (Words and phrases ) o nella calma di My last day che viene esaltata l’ottima prova della voce, la quale si sposta varie volte dal suo tono abituale accenando qualcosa di più melodico ma senza perderci in cattiveria. In chiusura Out, canzone strumentale nella quale non sfigurerebbe qualche cantato di Serj Tankian. Ancora una volta i Raised Fist, insomma, potenza e genuinità elevate al cubo ma anche, in questo Veil of Ignorance, qualche melodia e variazione dagli standard in più…non resta che aspettarli sotto un palco, magari quello di Mezzago il 24 Ottobre? Credo ci sarò, con tutto il mio entusiasmo.
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1 commento:
dopo attento ascolto conferm. porcodio gran bel disco.
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