sabato 21 febbraio 2009

Lamb of God - Wrath

Un intro arpeggiato di chitarra apre il cd ( già questo è qualcosa di strano per i Lamb of God) che si trasforma pochi secondi dopo con chitarre distorte fino ad arrivare a In your words e poi tutte le altre canzoni...In tutto questo cd ho notato che la voce di Randy si cimenta in tecniche diverse di canto, più varia rispetto agli album precedenti dove era più o meno stabile sul suo growl profondo; qui invece ci sono anche tratti gridati e tratti cantati, come nel ritornello di Set to fail.
Le chitarre e la stessa composizione delle canzoni è più diretta e lineare, meno riff tecnici, meno controtempi, tutto più grezzo e diretto ed è questa la peculiarità dell'album ma, allo stesso tempo, è la cosa che forse non mi convince più di tanto: la foresta di riff intricati e di batteria in esecuzioni ragionatissime in questo album non riesco a vederla più di tanto e, chiedo, non era forse questa una delle peculiarità che caratterizzava questa band?
La cattiveria di sicuro non manca, basta ascoltare Contractor o Everything to nothing; non manca nemmeno qualche parte più melodica, si veda Grace (introdotta anch'essa da un bel pezzo di chiatarra pulitissima), poi Dead seeds ha un bel riffing ma richiama, almeno inizialmente, Redneck e mi verrebbe da dire che quella canzone, singolo dell'album precedente, un pò anticipava e racchiudeva in se molte delle caratteristiche di più brani presenti in questo ultimo Wrath.
Un finale con chitarra arpeggiata chiude l'album e a questo punto penso: "Mi sa che il pure american metal si è fatto una crociera sul Baltico ultimamente...".
Un buon album, potente, dritto ma anche molto meno "pensato" e rifinito per un gruppo peculiarmente tecnico come i Lamb of God; ascoltandolo di più magari in futuro mi prenderà maggiormente per ora mi sa di caffè decaffeinato.

giovedì 19 febbraio 2009

assassination of myself



sticazzi, è una delle mejo canzoni dell'album, e l'album è uno dei mejo del 2008, e il 2008 è mejo perché mica c'era la crisi.. eh!

il video mejo qua

mercoledì 18 febbraio 2009

do il culo a chi mi porta qua

si offre oltre al culo:
teba in versione badante
multipla anno 2008 di nicola
nokia n70 con un anno di vita, + 150 euri di ricarica e l'infinity sms appena
rinnovata di frama
morose, amanti, mamme e sorelle varie
corso gratuito di mosh, wall of death e cirle pit
collezioni di figurine di topo gigio del teba
collezione di francbolli di san marino di nicola
collezione di sgorbions di frama
ultimo ma non meno importante, autografo in olio su tela di giordano modena, noto ai più come Roberta

ci ho provato.
DIOCANE

Shuffle Is For Heroes

Capita di tanto in tanto che sul mio ipod 30 giga imposti la modalità shuffle (o brani casuali per chi crede ancora che l'italiano serva a qualcosa). E capita ogni tanto anche che tra i brani casuali spuntino delle canzoni a me sconosciute, poco ascoltate, troppo cattive, troppo pop, troppo cool, troppo sentite. Ma qualche giorno fa, durante una passeggiata col mio cagnaccio è spuntata Nickel Wound dei Texas Is The Reason. Allora torno nel menù, scorro gli artisti e tra i Talking Heads e i This Is Hell ci sono loro. Un album, Do You Know Who You Are, che ha detto tanto e ancora ha tanto da dire. Registrato e distribuito 13 anni fa, è di fatto entrato nel gotha della musica indie-emo-alternative o come cazzo volete chiamarla. Il periodo era quello giusto infatti, si usciva dal turbine grunge per ritrovare una qualche melodia pur sempre decisa e drastica, ma senza tralasciare una vena melodico-popeggiante. Formatisi nel 1994 a New York ( il nome del gruppo si riferisce ad una canzone dei Misfits e non alle loro origini ) i Texas Is The Reason annoverano tra le loro fila membri niente popodimenoche dei Shelter e dei 108. L'album contiene pezzi incredibilmente orecchiabili, conditi da digressioni anche un po' più pesanti ma sempre con una melodia di fondo classica del momento-genere in cui si è trovata la band. Pezzi indimenticabili e stupendi quali The Magic Bullet Theory, la strumentale Do You Know Who You Are e la agghiacciante Back And To The Left entrano di diritto nell'olimpo della musica americana anni '90, e sono tuttora attuali data la poca vena creativa delle band di nuova scuola. Un album testamento, unico full-leght di una band di sicuro punto di riferimento nel panorama musicale di quel rock ( inutile aggiungere etichette di vario genere) ormai imitato ma allo stesso tempo scomparso.

Consiglio anche: Jawbreaker, American Football e Sunny Day Real Estate

Più shuffle per tutti.

http://www.myspace.com/texasisthereason

martedì 17 febbraio 2009

ma la victory??

si ok.. è un po che fa le robe a cazzo, ma qua hanno pestato una gran merda.. pare infatti che una delle loro "best fachin amazin sticazzin metallo morte picchiare striscia(ovvero death thrash metal band) abbia scelto un nome azzeccato quale Wretched...
e io che ancora mi esalto per gli snapcase.. rivojo i '90s.

scusate lo sfogo. al più presto posto la recinzione dell'ultimo degli ouzo. . così posso andare a confessarmi con un peso in meno.