venerdì 23 ottobre 2009

Live Kult: CONVERGE

frama(per gli amici om'e mmerda) trovò questa cosa qui che vale la pena di vedere se vuoi finalmente capire qual'è il meglio gruppo hardcore/math/grind/metal al mondo.

venerdì 16 ottobre 2009

Teenage Bottlerocket - They Came From the Shadows

Bon, dopo gli ottomila post di robaccia violenta, vi consiglio di ascoltarvi qualcosa di più orecchiabile, che senno mi mettete sotto la prossima nonnina che vi attraversa la strada.
I TBR per esempio... Fanno punk rock, di quello semplice, quattro accordi e tre voci a fare ritornelli, minimo. Sono il gruppo che chiamerei per un bel party. Quelli che alle prove tipo si guardano e dicono: "mmmh.. la rifarei più veloce questa". Ecco, e secondo me ci sanno fare: quasi tutte le canzoni entrano in testa al primo ascolto, con quei ritornelli da fischiettare mentre ti prepari la colazione o ti scoli una birra al party. Talmente fiqui che piacerebbero anche alla nonnina che volevi mettere sotto poco fa..

www.myspace.com/teenagebottlerocket

martedì 13 ottobre 2009

Raised Fist - Veil of Ignorance

Ma che cavolo avranno in Svezia? Un attitudine più portata alla musica? Creatività? I mezzi (money) e le strutture per partorire roba di qualità? Probabilmente un po’ di tutto questo…fattostà che anche sto album dei Raised Fist spacca a stecca.

La prima traccia di questo Veil of ignorance, Friends and Traitors, ha un giro potente e ritmato ed un ritornello il cui cantato, orecchiabile, parla della loro attitudine come band e invita la gente a guardarsi dagli stronzi che sono sempre dietro l’angolo, ne hanno fatto anche un video; passando dalla seconda canzone They can’t keep us down molto immediata e veloce si arriva a Wounds, canzone melodica, dove delle chitarre distorte appena appena accompagnano la voce in un incipit che forse, le prime volte, farà un po’ storgere il naso ma che poi diventa accettabile anche in vista di una chiusura di canzone piuttosto pesante. Afraid è sicuramente una delle mie canzoni preferite, ritmo hc in levare serratissimo fino a 1:20 per chiudere con quello che dal vivo credo sarà un macello sotto il palco, ascoltare per credere; sulla stessa linea, per via di aggressività, la stupenda Never Negotiate che, assieme alla riflessiva Words and phrases fanno capire che quello che stai ascoltando non viene dagli USA. Ed è proprio in episodi come quest’ultima (Words and phrases ) o nella calma di My last day che viene esaltata l’ottima prova della voce, la quale si sposta varie volte dal suo tono abituale accenando qualcosa di più melodico ma senza perderci in cattiveria. In chiusura Out, canzone strumentale nella quale non sfigurerebbe qualche cantato di Serj Tankian. Ancora una volta i Raised Fist, insomma, potenza e genuinità elevate al cubo ma anche, in questo Veil of Ignorance, qualche melodia e variazione dagli standard in più…non resta che aspettarli sotto un palco, magari quello di Mezzago il 24 Ottobre? Credo ci sarò, con tutto il mio entusiasmo.

domenica 11 ottobre 2009

Strung Out - Agents of the underground

Correva l’anno 2000 quando ho visto per la prima volta dal vivo gli Strung Out: a quel tempo era appena uscito The element of sonic defiance, l’album precedente era stato Twisted by design e il lavoro successivo sarebbe stato An american paradox…a pensarci mi vien la pelle d’oca, perchè credo che quelli siano i loro 3 album da avere.
In questo Agents of the underground c’è qualcosina di più rispetto ai due album precedenti (Exile in oblivion e Blackhawks over Los Angeles) nel senso che il sound mi sembra un po’ più solido e potente, il riffing di chitarra meno scontato e ci sono dei passaggi piuttosto accattivanti anche nella ritmica. Fra le tracce degne di nota includerei la traccia di apertura Black Crosses ( ma la prima canzone di ogni cd degli Strung out è sempre stata più o meno fica, percui non conta...),poi Agents of the underground caratterizzata da un attacco potente e una voce un po’ più incazzata rispetto al resto del cd, Jack Knife che ha dei passaggi molto buoni fra le varie parti e un intro metalleggiante così come i cambi di ritmo in Dead Spaces.
Le due grosse pecche di quest’album, ma anche dei lavori post 2002, sono la voce e la uniformità delle canzoni. La voce nel senso che Jason sembra avere esaurito le melodie: è troppo prevedibile, abbastanza piatta e qualche volta sminuisce alcune parti che invece sarebbero molto valide strumentalmente. L’altra pecca è l’uniformità delle canzoni: basta prendere, per esempio, un album come An American Paradox dove ci potevi trovare canzoni cattive (Razor sex) e canzoni più soft (Satellite, Alien Amplifier…), canzoni un po’ sperimentali (Unkoil) e canzoni più dirette e lineari (Lubrificating the revolution, Contender…) era vario insomma; qui invece suona tutto allo stesso modo, come se non ci fossero più distinzioni fra le caratteristiche delle varie canzoni e fosse un unico tappeto sonoro diviso in tracce.
Vabbè dai...forse è una piccola rinascita (con la "r" minuscola comunque) diciamo così, ma la nostalgia di tempi passati rimane tanta.

3 ALBUM PER SALVARTI DALLA NOIA.

Il palinsesto televisivo è così palloso. Dovremo aspettare fino a gennaio per vedere se Jacob di Lost è effettivamente morto e capire come mai c'è un Locke vivo e un Locke morto. La pigrizia ci fa evitare palestre e tutto ciò che si avvicina all'attività fisica. Cosa resta? Di cosa abbiamo bisogno noi GIOVANI (e belli) per riempire la nostra inutile vita post adolescenziale proiettata verso i trenta? Musica dude. Nient'altro. Ecco come salvarvi dalla noia e dal catechismo.


CONVERGE – 'AXE TO FALL'

La domanda è sempre la stessa: come è possibile che ogni album dei 4 di Boston sia fottutamente fantastico? Dopo aver sbavato per Jane Doe, You Fail Me e No Heroes, ecco Axe To Fall. Registrazione perfetta, classica attitudine math-core tipica Converge che scaricano tutta la loro potenza nelle nostre povere orecchie. Basta ascoltare la prima canzone, Dark Horse, forse la più bella dell'album, per rendersi conto di trovarsi davanti all'ennesima pietra miliare del rock. Da ascoltare dopo la cacca mattutina. Ti cambia la giornata.

MARIACHI EL BRONX

Ricordate i The Bronx? Bene, dimenticateli. Immaginateli alle prese con la colonna sonora del sequel di Once Upon A Time In Mexico di Rodriguez. Suoni da mariachi uniti alla voce di Matt Caughthran, che si rivela essere un grande cantante. Un album inaspettato, ma strepitosamente originale e fuori dagli schemi. Da ascoltare sul divano, sorseggiando sangria dopo aver ascoltato l'ennesima stronzata di Vittorio Feltri

ORCHID – 'DANCE TONIGHT! TOMORROW REVOLUTION!'

I principali esponenti dello screamo. Dopo di loro il resto. Stiamo parlando delgli Orchid, quartetto del Massachusetts, scioltosi nel lontano 2002, che ha avuto l'onore di gettare le basi delllo screamo odierno. Sono i Johnny Cash del country, i Minor Threat dell'hardcore. Violenza pura condita da digressione proprie dell'alternative. Un mix letale ma perfetto in ogni sfacettatura. Un album da avere, da ascoltare e da inserire nello scaffale sotto la lettera S di Storia. Da ascoltare dopo aver litigato con la fidanzata perchè una tua ex delle medie ha commentato il tuo status di facebook.

http://www.myspace.com/converge

http://www.myspace.com/thebronx

http://www.youtube.com/watch?v=WyObVHlvaXk